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. La convergenza di questi due mondi, spinta dall'avanzamento tecnologico e dall'Industria 4.0, ha creato nuove opportunità ma anche complessità inedite nel campo della cybersecurity.
Nel panorama digitale odierno, sempre più interconnesso, la distinzione tra Information Technology (IT) e Operational Technology (OT) è diventata cruciale, soprattutto quando si parla di sicurezza. Sebbene entrambi i settori siano fondamentali per il funzionamento delle moderne organizzazioni, operano con logiche, priorità e sfide di sicurezza profondamente diverse.
Comprendere appieno queste differenze e le implicazioni della loro interdipendenza è il primo passo per costruire una strategia di sicurezza robusta, capace di proteggere non solo i dati aziendali, ma anche i processi fisici e le infrastrutture critiche. Questo articolo si propone come guida completa per navigare le complessità della sicurezza IT e OT, esplorando le loro peculiarità, i punti di contatto e le soluzioni per una protezione integrata. L'obiettivo è fornire una risorsa autorevole che risponda a ogni quesito sulla sicurezza cyber-fisica, aiutandovi a salvaguardare il valore operativo e informativo della vostra azienda.
L'Information Technology (IT) rappresenta l'insieme di tecnologie, sistemi e processi dedicati alla gestione, elaborazione e trasmissione delle informazioni all'interno di un'organizzazione. Tradizionalmente, il mondo IT si concentra su hardware, software, reti e servizi che supportano le operazioni aziendali quotidiane e la gestione dei dati. Pensiamo ai server che ospitano siti web e database, ai computer e ai laptop degli impiegati, alle reti che li collegano, alle applicazioni gestionali (ERP, CRM) e ai servizi di posta elettronica. L'obiettivo primario dell'IT è garantire che le informazioni siano disponibili, accurate e protette, permettendo all'azienda di comunicare, collaborare e prendere decisioni basate sui dati. La sicurezza IT, quindi, si focalizza sulla protezione della confidenzialità, integrità e disponibilità (CIA) dei dati, prevenendo accessi non autorizzati, alterazioni o perdite. Le minacce spaziano dai malware ai tentativi di phishing, dagli attacchi DDoS alle violazioni dei database. La protezione include firewall, antivirus, sistemi di rilevamento delle intrusioni, gestione delle identità e degli accessi, e backup regolari.
Gli obiettivi principali dell'Information Technology sono molteplici e strettamente legati al supporto delle attività di business e alla gestione efficiente delle informazioni. L'IT mira a migliorare la produttività aziendale attraverso l'automazione dei processi d'ufficio, la facilitazione della comunicazione interna ed esterna e l'ottimizzazione del flusso di lavoro. Le sue funzioni chiave includono la gestione dei dati (archiviazione, recupero, analisi), lo sviluppo e la manutenzione di software applicativi, la gestione delle infrastrutture di rete, il supporto agli utenti finali e la garanzia della continuità operativa tramite sistemi di disaster recovery. L'IT è il motore che abilita le funzioni "front-office" e "back-office" di un'azienda, dalla contabilità al marketing, dalla gestione delle risorse umane alle vendite. Ogni aspetto che coinvolge la manipolazione o la trasmissione di dati digitali rientra nel suo ambito. La sua resilienza e sicurezza sono vitali per prevenire interruzioni del servizio, fughe di dati o compromissioni della reputazione aziendale. È un ecosistema dinamico, che richiede aggiornamenti frequenti e adattamento continuo alle nuove tecnologie e minacce.
Un ambiente IT è popolato da una vasta gamma di asset che necessitano di protezione. Tra i più comuni troviamo: server (fisici e virtuali), che ospitano applicazioni e dati critici; workstation e laptop utilizzati dai dipendenti; dispositivi mobili come smartphone e tablet; apparati di rete come router, switch, firewall e access point wireless che gestiscono il traffico dati; sistemi di archiviazione (NAS, SAN, cloud storage) dove risiedono le informazioni aziendali; database, che organizzano e rendono accessibili grandi volumi di dati strutturati; applicazioni software (gestionali, di produttività, di sicurezza); e infine, i dati stessi, che rappresentano spesso il patrimonio più prezioso. La sicurezza di questi asset è multidimensionale e coinvolge sia la protezione fisica che logica, la configurazione sicura, la gestione delle patch e la supervisione costante per identificare e neutralizzare le minacce. La loro interconnessione rende la catena di sicurezza tanto forte quanto il suo anello più debole, sottolineando la necessità di un approccio olistico.
Nel contesto della sicurezza IT, il modello tradizionale e fondamentale è rappresentato dalla triade CIA: Confidenzialità, Integrità e Disponibilità.
L'Operational Technology (OT) si riferisce all'hardware e al software utilizzati per monitorare e controllare processi fisici, dispositivi ed eventi. Mentre l'IT gestisce i dati, l'OT gestisce il mondo fisico: linee di produzione, centrali elettriche, sistemi di trasporto, impianti di trattamento acque e altre infrastrutture critiche. I sistemi OT sono progettati per interagire direttamente con il mondo reale, gestendo macchinari, robot, sensori e attuatori. Esempi includono i Sistemi di Controllo Industriale (ICS), come SCADA (Supervisory Control and Data Acquisition) e PLC (Programmable Logic Controllers), che sono il cuore pulsante di fabbriche e impianti. La loro funzione primaria è garantire la continuità operativa, l'efficienza e la sicurezza fisica dei processi. Un'interruzione in un sistema OT può avere conseguenze dirette e potenzialmente catastrofiche, come danni a macchinari, interruzione della produzione, impatto ambientale o, nel peggiore dei casi, pericolo per la vita umana. La sicurezza OT, pertanto, pone l'accento sulla disponibilità e l'integrità dei processi, spesso anteponendo queste alla confidenzialità dei dati.
Gli obiettivi principali dell'Operational Technology sono centrati sul controllo e sul monitoraggio dei processi industriali in tempo reale. Le funzioni chiave dell'OT includono la supervisione delle operazioni delle macchine, la gestione della produzione, il controllo dei parametri fisici (temperatura, pressione, flusso), la sicurezza degli impianti e, in generale, la garanzia della continuità operativa. I sistemi OT sono progettati per essere estremamente affidabili e robusti, spesso operando in ambienti difficili (alte temperature, polvere, vibrazioni). La loro interruzione, anche per pochi secondi, può comportare perdite economiche ingenti, danni materiali o rischi per la sicurezza. Per questo motivo, la disponibilità del sistema è la priorità assoluta. La capacità di mantenere i processi in esecuzione senza interruzioni è più critica della riservatezza dei dati di configurazione, sebbene anche questa sia importante. L'OT è il fulcro delle operazioni industriali, garantendo che le risorse fisiche siano utilizzate in modo efficiente e sicuro.
L'ambiente OT è caratterizzato da asset hardware e software molto specifici, spesso diversi da quelli che si trovano nell'IT. Tra gli asset più rappresentativi troviamo:
A differenza del mondo IT, dove la confidenzialità è spesso la priorità assoluta, la sicurezza OT adotta una gerarchia diversa, riflettendo le esigenze operative critiche. Qui, la priorità è Disponibilità, seguita dall'Integrità e infine dalla Confidenzialità.
Nonostante la crescente convergenza, le differenze tra IT e OT in termini di sicurezza rimangono profonde e fondamentali. Queste distinzioni derivano dalle loro diverse finalità operative, dalla natura degli asset che gestiscono e dalle conseguenze di un'interruzione o di un attacco. Comprendere appieno queste disparità è il primo passo per sviluppare strategie di sicurezza efficaci che tengano conto delle specificità di entrambi i mondi. La mancanza di questa comprensione può portare all'applicazione di soluzioni IT inadeguate agli ambienti OT, con risultati disastrosi per la continuità operativa e la sicurezza. Analizziamo le principali aree di divergenza.
La differenza più marcata tra IT e OT risiede nel loro scopo principale e nell'impatto di un'eventuale compromissione. L'IT è orientata all'informazione: la sua missione è la gestione, l'elaborazione e la protezione dei dati. Un attacco IT, come un ransomware, può bloccare l'accesso ai dati, criptarli o sottrarli, causando perdite finanziarie, danni alla reputazione e problemi legali. L'impatto è principalmente sulla sfera digitale e sui processi decisionali. L'OT, al contrario, è orientata ai processi fisici: il suo compito è monitorare e controllare macchinari, impianti e infrastrutture. Una violazione della sicurezza OT può avere conseguenze dirette e tangibili nel mondo reale, come l'interruzione di una linea di produzione, l'esplosione di una caldaia, il guasto di una centrale elettrica o persino il rischio per la vita umana. L'impatto di un attacco OT si manifesta non solo in perdite economiche, ma anche in danni ambientali e minacce alla sicurezza pubblica. Questa distinzione negli impatti finali influenza profondamente le priorità e le strategie di sicurezza.
Un'altra differenza cruciale è il ciclo di vita e la gestione degli aggiornamenti degli asset. Gli asset IT, come server e workstation, hanno cicli di vita relativamente brevi, di pochi anni, e vengono aggiornati e sostituiti frequentemente. Le patch di sicurezza e gli aggiornamenti del sistema operativo sono pratiche comuni e spesso automatizzate, essenziali per proteggere dalle minacce emergententi. Al contrario, gli asset OT, come i PLC o i sistemi SCADA, sono progettati per durare decenni. Molti impianti industriali utilizzano hardware e software installati 10, 20 o anche 30 anni fa. Gli aggiornamenti e le patch sono rari, complessi e spesso richiedono finestre di manutenzione programmate con largo anticipo, poiché l'arresto di un processo produttivo può comportare costi enormi. Inoltre, molti sistemi OT sono proprietari e non consentono patch generiche. Questa lentezza nei cicli di aggiornamento rende i sistemi OT intrinsecamente più vulnerabili alle minacce zero-day o a exploit noti che non possono essere mitigati rapidamente.
Le architetture di rete e i protocolli utilizzati in IT e OT sono storicamente distinti, sebbene la convergenza stia gradualmente erodendo questa separazione. Le reti IT si basano su protocolli standard come TCP/IP, con topologie flessibili e un'ampia adozione di misure di sicurezza basate su perimetri. L'obiettivo è la connettività e lo scambio di dati. Le reti OT, invece, hanno tradizionalmente utilizzato protocolli proprietari (es. Modbus, Profinet, EtherNet/IP) e architetture "flat" o gerarchiche (come il modello Purdue) con un'enfasi sull'isolamento (air gap) per garantire la disponibilità e la prevedibilità dei processi. Questi protocolli non sono stati progettati pensando alla sicurezza informatica e spesso mancano di meccanismi di autenticazione o crittografia integrati. La natura "chiusa" e l'esposizione limitata a internet hanno storicamente fornito una forma di sicurezza per obscurantismo. Tuttavia, con l'integrazione di IIoT e la necessità di analisi dei dati, le reti OT sono sempre più connesse, esponendo queste vulnerabilità native a un panorama di minacce più ampio.
Un aspetto spesso sottovalutato nelle differenze tra sicurezza IT e OT è il fattore umano e la cultura organizzativa. I team IT sono abituati a un ambiente in rapida evoluzione, con aggiornamenti costanti, nuove minacce e l'uso di best practice standardizzate. La loro cultura è orientata alla protezione dei dati e alla gestione del rischio cyber. I team OT, d'altra parte, sono focalizzati sulla continuità operativa e sulla sicurezza fisica. La loro priorità è "mantenere le luci accese" e "le macchine in funzione". Sono spesso avversi al rischio di interruzioni causate da modifiche ai sistemi, anche se per scopi di sicurezza. Questa differenza culturale può portare a silos, mancanza di comunicazione e resistenze all'adozione di misure di sicurezza che potrebbero percepire come un ostacolo alle operazioni. Superare queste barriere culturali è fondamentale per implementare una strategia di sicurezza IT/OT integrata, promuovendo la collaborazione e la comprensione reciproca delle rispettive priorità e sfide.
La convergenza tra Information Technology e Operational Technology è un fenomeno inarrestabile, guidato dalla necessità delle aziende di ottimizzare i processi, migliorare l'efficienza e ottenere insight preziosi dai dati operativi. Questa integrazione sta trasformando radicalmente il modo in cui le industrie operano, ma allo stesso tempo introduce nuove e complesse sfide per la sicurezza.
La spinta principale alla convergenza IT/OT deriva dall'avvento dell'Industria 4.0 e dalla proliferazione dell'IoT Industriale (IIoT). L'Industria 4.0, o quarta rivoluzione industriale, si basa sulla digitalizzazione e sull'interconnessione di macchine, sistemi e processi produttivi. L'IIoT gioca un ruolo centrale in questo, abilitando sensori, attuatori e dispositivi industriali a connettersi a internet, raccogliere dati in tempo reale e comunicare con sistemi IT per analisi, ottimizzazione e automazione avanzata. Prima, i sistemi OT erano spesso "air-gapped" o isolati dalle reti IT e da internet. Oggi, per sfruttare i vantaggi dell'analisi dei big data, della manutenzione predittiva, del controllo remoto e dell'ottimizzazione della catena di fornitura, i mondi IT e OT devono interagire. Questa interconnessione, se da un lato offre opportunità immense in termini di efficienza e innovazione, dall'altro espone i sistemi OT, tradizionalmente isolati e meno protetti, a un'ampia gamma di minacce cyber che prima erano confinate al dominio IT.
La convergenza IT/OT non è solo una tendenza tecnologica, ma una vera e propria leva strategica che offre numerosi vantaggi competitivi alle aziende.
La convergenza IT/OT, pur portando enormi benefici, ha profonde implicazioni per la sicurezza aziendale, creando un nuovo e più vasto perimetro di attacco.
La protezione degli ambienti OT presenta un insieme unico di sfide che non si riscontrano con la stessa intensità nel mondo IT. Queste difficoltà derivano dalla natura critica dei processi industriali, dalla longevità dei sistemi e dalla priorità sulla continuità operativa. Ignorare queste specificità significa lasciare la porta aperta a minacce che possono avere conseguenze devastanti, ben oltre la semplice perdita di dati.
Una delle maggiori sfide nella sicurezza OT è la diffusa presenza di sistemi legacy e obsoleti. Molti impianti industriali operano con hardware e software che sono stati installati decenni fa e non sono più supportati dai fornitori. Questi sistemi sono spesso privi delle più recenti patch di sicurezza o, peggio, non sono stati progettati per affrontare le minacce informatiche moderne. Non è raro trovare sistemi operativi come Windows XP o Windows 2000 ancora in uso per controllare macchinari critici. La loro rimozione o aggiornamento è spesso impossibile senza interrompere processi produttivi essenziali e incorrere in costi proibitivi per la sostituzione. Ciò crea una superficie di attacco significativa, poiché gli exploit per queste vulnerabilità sono noti e ampiamente disponibili. Proteggere questi sistemi richiede un approccio creativo, spesso basato su segmentazione di rete, hardening perimetrale e sistemi di rilevamento delle intrusioni specifici per OT.
A differenza di molti sistemi IT che possono tollerare brevi periodi di inattività per manutenzione o aggiornamenti, i sistemi OT richiedono una disponibilità continua, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Le interruzioni non sono solo costose in termini di perdita di produzione, ma possono anche compromettere la sicurezza fisica degli operatori e l'integrità dell'ambiente. Per questo motivo, qualsiasi operazione che possa potenzialmente influenzare la continuità operativa – inclusi gli aggiornamenti di sicurezza o le scansioni delle vulnerabilità – viene affrontata con estrema cautela e spesso posticipata. Questa "avversione al downtime" porta a finestre di manutenzione estremamente limitate e, in alcuni casi, all'impossibilità di implementare misure di sicurezza standard che potrebbero bloccare un processo. La sfida è trovare soluzioni di sicurezza che proteggano senza compromettere la disponibilità, come il monitoraggio passivo o l'applicazione di patch in modo incrementale e altamente controllato.
Con la convergenza, i sistemi OT sono esposti a minacce che in passato erano confinate al mondo IT, oltre a quelle specifiche del loro ambiente. Tra le più comuni troviamo:
A differenza delle violazioni IT che spesso si traducono in perdita di dati o interruzioni di servizio, gli attacchi ai sistemi OT possono avere un impatto fisico diretto e tangibile. Questo è il rischio più grande e quello che distingue fondamentalmente la sicurezza OT dall'IT. Un attacco riuscito a un sistema di controllo industriale può portare a:
Proteggere un ambiente convergente IT/OT richiede un approccio olistico e integrato, che superi i tradizionali silos tra i due dipartimenti. È essenziale adottare strategie e tecnologie che tengano conto delle peculiarità di entrambi i mondi, garantendo allo stesso tempo una visione unificata della postura di sicurezza.
La pietra angolare di una strategia di sicurezza IT/OT di successo è la collaborazione stretta e continua tra i team IT e OT. Storicamente, questi due dipartimenti hanno operato in modo indipendente, con priorità e linguaggi diversi. Tuttavia, con la convergenza, le loro responsabilità si sovrappongono sempre più. Il team IT porta competenze in cybersecurity, gestione delle reti e minacce digitali, mentre il team OT comprende a fondo i processi industriali, la sensibilità dei macchinari e i requisiti di disponibilità. Senza una comunicazione efficace e una comprensione reciproca, gli sforzi di sicurezza rischiano di essere inefficaci o, peggio, di causare interruzioni operative. È fondamentale stabilire processi chiari per la condivisione delle informazioni, la gestione degli incidenti e la pianificazione delle modifiche, incoraggiando una cultura di sicurezza condivisa che riconosca l'importanza di entrambi gli ambiti. La creazione di team congiunti o di figure di coordinamento può facilitare questo allineamento.
Una delle strategie più efficaci per mitigare i rischi negli ambienti OT è la segmentazione di rete. Separare le reti OT da quelle IT e suddividere ulteriormente le reti OT in micro-segmenti, aiuta a contenere la diffusione di eventuali attacchi. Se una sezione della rete viene compromessa, l'attacco non può propagarsi facilmente ad altre aree critiche. In combinazione con la segmentazione, l'adozione di un'architettura Zero Trust è sempre più cruciale. Il principio "mai fidarsi, verificare sempre" si applica in modo eccellente all'OT, dove ogni tentativo di accesso o comunicazione, sia dall'interno che dall'esterno, deve essere autenticato e autorizzato esplicitamente. Questo riduce la superficie di attacco e impedisce il movimento laterale degli aggressori. L'implementazione di firewalls industriali e di gateway di sicurezza bidirezionali tra i diversi segmenti aiuta a controllare il flusso di dati e a prevenire accessi non autorizzati, rafforzando significativamente la postura di sicurezza.
Ecco un esempio di come le strategie di sicurezza possono variare tra IT e OT:
Dato che molte minacce OT sono subdole e mirano a manipolare i processi piuttosto che semplicemente interromperli, il monitoraggio continuo e il rilevamento delle anomalie sono essenziali. A differenza degli strumenti IT che si concentrano sul traffico dati e sulle vulnerabilità software, le soluzioni di monitoraggio OT devono comprendere i protocolli industriali e il comportamento normale dei sistemi di controllo. Questo significa identificare deviazioni dai parametri operativi standard, comandi non autorizzati, accessi insoliti o variazioni nel flusso di produzione che potrebbero indicare un attacco. Strumenti di Network Detection and Response (NDR) specifici per OT, che analizzano il traffico di rete industriale senza impattare i sistemi, sono cruciali. L'integrazione di questi dati con un Security Information and Event Management (SIEM) di livello superiore può fornire una visione unificata della sicurezza, permettendo ai team di risposta agli incidenti di agire rapidamente su minacce sia IT che OT.
La gestione delle vulnerabilità negli ambienti OT è particolarmente complessa a causa della natura dei sistemi legacy e della necessità di garantire la disponibilità. Non sempre è possibile applicare patch regolarmente, quindi è fondamentale identificare le vulnerabilità e mitigare i rischi in altri modi. Questo include l'applicazione di controlli compensativi come la segmentazione di rete, l'isolamento dei sistemi, l'implementazione di firewalls virtuali o l'uso di "security wrapper" attorno ai dispositivi legacy. Per il patch management, quando gli aggiornamenti sono possibili, devono essere pianificati con estrema attenzione, testati in ambienti di staging che replichino fedelmente il sistema di produzione, e implementati solo durante finestre di manutenzione programmate per minimizzare qualsiasi rischio di interruzione. Un inventario accurato di tutti gli asset OT e delle loro vulnerabilità note è un punto di partenza indispensabile per prioritizzare gli interventi e adottare misure di protezione adeguate.
Non importa quanto siano sofisticate le tecnologie di sicurezza implementate, l'anello più debole della catena rimane spesso il fattore umano. Per questo, la formazione e la consapevolezza del personale, sia IT che OT, sono componenti critiche di una strategia di sicurezza integrata. È fondamentale educare entrambi i team sulle minacce specifiche del rispettivo dominio e sulle modalità con cui gli attacchi possono propagarsi tra IT e OT. Il personale OT deve essere consapevole dei rischi di phishing, dell'uso di dispositivi USB non autorizzati e della necessità di seguire procedure di sicurezza rigorose. Allo stesso modo, il personale IT deve comprendere la sensibilità dei sistemi OT e le conseguenze fisiche di un'interruzione. Programmi di formazione regolari, simulazioni di attacchi (es. phishing) e workshop congiunti tra i due team possono rafforzare la postura di sicurezza complessiva, trasformando gli operatori in una prima linea di difesa consapevole e proattiva.
La complessità della sicurezza negli ambienti convergenti IT/OT richiede competenze specialistiche e un approccio su misura. SAEP ICT è il partner ideale per le aziende che desiderano proteggere le proprie infrastrutture critiche e i propri dati in un mondo sempre più interconnesso.
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OT (Operational Technology) è un termine più ampio che si riferisce all'hardware e al software utilizzati per monitorare e controllare processi fisici, dispositivi ed eventi. Comprende un'ampia gamma di tecnologie, dai sistemi di controllo di fabbrica ai sistemi di gestione energetica. ICS (Industrial Control Systems) è un sottoinsieme dell'OT. Si riferisce specificamente ai sistemi di controllo computerizzati utilizzati per gestire e automatizzare processi industriali, come quelli che si trovano in manifattura, produzione di energia, trattamento delle acque e trasporti. Esempi di ICS includono SCADA (Supervisory Control and Data Acquisition), DCS (Distributed Control Systems) e PLC (Programmable Logic Controllers). In sintesi, tutti gli ICS sono OT, ma non tutti i sistemi OT sono ICS; l'OT include anche altri sistemi fisici non direttamente legati al controllo di processo.
Il termine "air gap" (o "lacuna d'aria") si riferisce a una misura di sicurezza in cui una rete di computer o un singolo dispositivo è completamente isolato fisicamente da qualsiasi altra rete non sicura, inclusa internet. In contesti industriali, un sistema OT "air-gapped" significa che non ha alcuna connessione fisica o logica diretta con le reti IT aziendali o con il mondo esterno. Storicamente, questa era una pratica comune per proteggere i sistemi di controllo industriale dalle minacce informatiche esterne, confidando che l'isolamento fisico rendesse l'attacco estremamente difficile. Tuttavia, con l'avvento dell'Industria 4.0 e dell'IIoT, molti "air gap" sono stati eliminati o compromessi dalla necessità di scambiare dati tra IT e OT, o dall'uso di supporti rimovibili che possono veicolare malware. Sebbene l'air gap offra un alto livello di sicurezza, la sua implementazione completa è sempre più impraticabile per le esigenze di business moderne.
Sì, la Direttiva NIS2 (Network and Information Systems 2) ha un impatto significativo sulla sicurezza dei sistemi OT. La NIS2 è una legislazione dell'Unione Europea che mira a rafforzare la cybersecurity in settori considerati essenziali e importanti. A differenza della precedente direttiva NIS, la NIS2 amplia notevolmente il suo campo di applicazione, includendo molti più settori industriali che fanno largo uso di Operational Technology, come energia, trasporti, sanità, produzione e gestione dei rifiuti. Le organizzazioni che rientrano in queste categorie sono ora soggette a requisiti più stringenti in termini di gestione del rischio cyber, segnalazione degli incidenti e implementazione di misure di sicurezza proattive per i loro sistemi, inclusi quelli OT. Questo significa che le aziende devono adottare un approccio più maturo e strutturato alla sicurezza OT, investendo in soluzioni e processi che garantiscano la resilienza e la protezione delle loro infrastrutture operative.