Come scegliere il proprio partner tecnologico nel settore B2B

Scritto da: Redazione SAEP ICT


Grafico che illustra i passaggi per scegliere il partner tecnologico ideale per lo sviluppo web B2B.

La trasformazione digitale non è più un’opzione, ma una necessità strategica per qualunque azienda ambisca a crescere, innovare e rimanere competitiva. Al centro di questo percorso si trova una delle decisioni più delicate e impattanti che un management possa prendere, ovvero come scegliere il partner tecnologico nel settore B2B. Non si tratta semplicemente di appaltare un servizio o acquistare una soluzione, ma di instaurare una relazione simbiotica che può determinare il successo o il fallimento di iniziative cruciali. Un partner tecnologico non è un semplice fornitore, ma un’estensione del proprio team, un alleato strategico che porta competenze, prospettive e capacità esecutive che mancano internamente. Scegliere l'interlocutore sbagliato può tradursi in progetti arenati, budget sforati, soluzioni tecnologiche inadeguate che generano debito tecnico e, nel peggiore dei casi, un danno reputazionale e una perdita di vantaggio competitivo.

Al contrario, la scelta giusta funge da catalizzatore per l'innovazione, accelera il time-to-market, ottimizza i processi interni e apre le porte a nuove opportunità di business che prima sembravano irraggiungibili. Questo articolo è stato pensato per guidarti attraverso un processo strutturato, offrendo una mappa dettagliata per navigare la complessità di questa scelta fondamentale. Analizzeremo i criteri indispensabili, le domande da porre e le trappole da evitare, con l'obiettivo di fornirti tutti gli strumenti per trovare non solo un esecutore, ma un vero e proprio motore per la crescita della tua azienda.

Perché la scelta del partner tecnologico è un fattore critico di successo

Identificare il giusto collaboratore tecnologico va ben oltre la semplice esternalizzazione di un progetto IT. Questa decisione si colloca al cuore della strategia aziendale e ha il potere di influenzare profondamente la traiettoria di crescita di un'organizzazione. Un partner adeguato agisce come un vero e proprio acceleratore, iniettando nel sistema aziendale non solo le competenze tecniche necessarie per realizzare un progetto, ma anche una visione strategica che può aiutare a definire e raggiungere obiettivi di business più ambiziosi.

L'impatto si manifesta su più livelli. In primo luogo, a livello operativo, un partner competente garantisce l'efficienza dei processi, la qualità del prodotto finale e il rispetto delle tempistiche, liberando risorse interne che possono così concentrarsi sul core business. L'adozione di metodologie agili, la profonda conoscenza delle architetture software moderne e l'esperienza nella gestione di progetti complessi sono elementi che un partner di valore porta con sé, traducendosi in un ciclo di sviluppo più rapido e in un prodotto più solido e manutenibile nel tempo.

A un livello più strategico, il partner tecnologico giusto diventa una fonte di innovazione continua. Avendo una visione privilegiata sulle tendenze tecnologiche emergenti e sull'evoluzione del mercato, può proporre soluzioni proattivamente, suggerire nuovi percorsi di sviluppo e aiutare l'azienda a non rimanere indietro rispetto ai competitor. Questa collaborazione permette di sperimentare nuove tecnologie con un rischio calcolato, esplorare nuovi modelli di business e rispondere con agilità ai cambiamenti del mercato. La relazione che si instaura non è quella tra cliente e fornitore, ma una vera e propria alleanza basata sulla fiducia e sulla condivisione degli obiettivi.

D'altra parte, le conseguenze di una scelta sbagliata possono essere devastanti. Un partner inadeguato può portare a ritardi catastrofici, a un aumento incontrollato dei costi e alla creazione di soluzioni instabili o non scalabili. Questo "debito tecnico" rappresenta un fardello che l'azienda si trascinerà per molto tempo, rendendo ogni futura evoluzione del prodotto complessa e costosa. L'impatto negativo non è solo economico, ma anche culturale. Un'esperienza fallimentare può generare sfiducia verso la tecnologia e l'innovazione, frenando futuri investimenti e creando resistenze interne al cambiamento.

Definire gli obiettivi aziendali prima di iniziare la ricerca

Intraprendere la ricerca di un partner tecnologico senza avere una chiara e condivisa definizione degli obiettivi è come salpare senza una destinazione. Il rischio non è solo quello di non arrivare da nessuna parte, ma di sprecare tempo, risorse e di creare frustrazione a tutti i livelli dell'organizzazione. La fase preliminare di analisi interna è forse il passo più importante dell'intero processo, poiché getta le fondamenta su cui verrà costruita tutta la collaborazione. Prima ancora di redigere una lista di potenziali candidati, è fondamentale che l'azienda guardi al proprio interno per rispondere ad alcune domande cruciali. Qual è il problema di business che stiamo cercando di risolvere? Non si tratta di definire una soluzione tecnica, ma di articolare la necessità in termini di risultati aziendali. Vogliamo aumentare l'efficienza di un processo interno del 20%? Desideriamo ridurre il tasso di abbandono dei clienti del 15%? O forse puntiamo a entrare in un nuovo mercato attraverso una piattaforma digitale? Avere obiettivi quantificabili e misurabili, espressi attraverso Key Performance Indicator (KPI) chiari, permette di allineare tutte le parti interessate e fornisce un metro di giudizio oggettivo per valutare il successo del progetto.

Questa fase di definizione deve coinvolgere tutti gli stakeholder rilevanti, dal management agli utenti finali del prodotto o servizio che si andrà a sviluppare. Organizzare workshop interni, condurre interviste e raccogliere feedback è essenziale per avere una visione completa e per garantire che la soluzione finale risponda a esigenze reali e non a mere supposizioni. Da questo lavoro di analisi emergerà non solo il "cosa" si vuole ottenere, ma anche il "perché" e il "come".

Si definiranno i requisiti funzionali e non funzionali, il perimetro del progetto (scope), le priorità e i vincoli di budget e di tempo. Un documento di visione del progetto, anche se sintetico, diventa uno strumento potentissimo. Questo documento, condiviso con i potenziali partner, permette loro di comprendere a fondo il contesto e di proporre soluzioni pertinenti e realistiche. Un'azienda che si presenta a un potenziale partner con le idee chiare dimostra maturità e serietà, attraendo collaboratori di qualità superiore. Al contrario, un'azienda con le idee confuse rischia di attrarre partner che approfitteranno di questa ambiguità per vendere soluzioni sovradimensionate o inadatte, portando a un inevitabile fallimento della collaborazione. La chiarezza interna è il primo filtro per una selezione esterna di successo.

I criteri tecnici da valutare per una partnership solida

Una volta definiti con chiarezza gli obiettivi di business, il focus si sposta sulla valutazione delle capacità tecniche dei potenziali partner. Questa fase di due diligence è fondamentale per assicurarsi che il collaboratore prescelto non solo abbia le competenze necessarie per portare a termine il progetto attuale, ma che possa anche supportare l'evoluzione tecnologica dell'azienda nel lungo periodo. Le competenze tecniche non sono un monolite, ma un insieme complesso di abilità, esperienze e metodologie che devono essere analizzate con attenzione.

È un errore comune fermarsi alla superficie, accettando affermazioni generiche di competenza senza approfondire. È necessario scavare a fondo, porre domande specifiche e richiedere prove concrete. Un partner tecnologicamente solido deve dimostrare eccellenza in diverse aree chiave, che insieme costituiscono la garanzia di una collaborazione proficua e di un risultato finale di alta qualità. La capacità di navigare la complessità tecnologica moderna, di garantire la sicurezza dei dati e di adottare processi di lavoro efficienti e trasparenti è ciò che distingue un semplice esecutore da un vero partner strategico. Valutare questi aspetti in modo strutturato permette di ridurre drasticamente il rischio di insuccesso e di porre le basi per una relazione duratura e di valore.

  • Competenza sulla tecnologia richiesta - La verifica della padronanza dello stack tecnologico necessario per il progetto è il punto di partenza. Non basta che un partner dichiari di conoscere un linguaggio di programmazione o un framework. È fondamentale capire il livello di profondità di questa conoscenza. Quanti progetti hanno realizzato con quella specifica tecnologia? Quali sono le certificazioni possedute dal team? Hanno esperienza con l'integrazione di sistemi complessi utilizzando queste tecnologie? È utile chiedere di parlare direttamente con gli sviluppatori o gli architetti che lavorerebbero al progetto, per sondare la loro reale competenza e la loro passione per la materia. Un team che contribuisce a progetti open-source o che partecipa attivamente alla comunità tecnologica è spesso un segnale di eccellenza.
  • Esperienza comprovata nel settore - La competenza tecnica generica è importante, ma l'esperienza specifica nel proprio settore di mercato può fare un'enorme differenza. Un partner che ha già lavorato con aziende simili alla tua comprenderà più rapidamente le sfumature del business, le sfide specifiche, le normative di riferimento e le aspettative degli utenti finali. Questa conoscenza pregressa accelera l'intero processo, riduce il rischio di incomprensioni e porta a soluzioni più pertinenti ed efficaci. Chiedere di visionare case study e progetti realizzati in settori affini è un passo obbligato. La loro capacità di articolare i problemi e le soluzioni adottate in contesti simili al tuo è un ottimo indicatore della loro idoneità.
  • Metodologie di sviluppo e project management - Il "come" un partner lavora è tanto importante quanto il "cosa" sa fare. Utilizzano metodologie agili come Scrum o Kanban? Come gestiscono il ciclo di vita del software, dal version control con Git al continuous integration e continuous deployment (CI/CD)? Quali strumenti usano per la gestione del progetto e per la comunicazione con il cliente? Un approccio strutturato e trasparente è sinonimo di professionalità e riduce il rischio di ritardi e incomprensioni. La capacità di fornire visibilità costante sull'avanzamento dei lavori, attraverso dashboard o meeting periodici, è un elemento cruciale per costruire un rapporto di fiducia e mantenere il controllo sul progetto.
  • Sicurezza e conformità normativa - In un mondo sempre più attento alla privacy e alla sicurezza dei dati, questo aspetto non è negoziabile. È fondamentale verificare quali sono le policy di sicurezza adottate dal potenziale partner. Come gestiscono i dati sensibili? Effettuano regolarmente test di penetrazione e analisi delle vulnerabilità? Hanno esperienza con le normative specifiche del settore, come il GDPR per la protezione dei dati personali? Un partner serio dovrebbe essere in grado di illustrare in dettaglio il proprio approccio alla security by design, dimostrando come la sicurezza sia integrata in ogni fase del processo di sviluppo e non un semplice controllo a posteriori.
  • Qualità del codice e documentazione - Un software che funziona non è necessariamente un software di qualità. Un codice mal scritto, anche se apparentemente funzionante, è difficile da manutenere, da far evolvere e da trasferire a un altro team. Questo crea un forte vincolo (lock-in) con il partner e genera un debito tecnico che presenterà il conto in futuro. È legittimo chiedere di visionare esempi di codice anonimizzati o di discutere le loro pratiche di code review, linting e testing automatico. Allo stesso modo, una documentazione chiara e completa, sia del codice che delle architetture, è un segno di professionalità che garantisce l'autonomia del cliente nel lungo periodo.

L'importanza delle competenze trasversali e della compatibilità culturale

Se le competenze tecniche rappresentano il motore di una collaborazione di successo, le competenze trasversali e la compatibilità culturale ne sono il telaio e il sistema di guida. Senza di esse, anche il motore più potente rischia di andare fuori strada. Nel settore B2B, dove i progetti sono spesso lunghi, complessi e soggetti a cambiamenti in corso d'opera, la capacità di comunicare efficacemente, di risolvere problemi in modo creativo e di lavorare come un unico team coeso diventa un fattore determinante. Spesso, la vera differenza tra un'esperienza frustrante e una partnership di valore non risiede nella perfezione del codice, ma nella qualità dell'interazione umana. Un partner tecnologico non è un automa a cui si impartiscono comandi, ma un insieme di persone con cui si dovrà collaborare quotidianamente. Ignorare l'aspetto umano e culturale della scelta è un errore che può costare molto caro. Valutare queste soft skill richiede un approccio diverso rispetto alla due diligence tecnica, basato più sull'osservazione, sul dialogo e sulla capacità di cogliere le sfumature nelle interazioni.

La compatibilità culturale significa trovare un partner i cui valori, etica del lavoro e stile comunicativo siano allineati con i propri. Se la tua azienda ha una cultura basata sulla trasparenza e sulla collaborazione orizzontale, lavorare con un partner rigido, gerarchico e poco trasparente genererà attriti costanti. È fondamentale capire come il potenziale partner gestisce i feedback, specialmente quelli negativi.

Come reagiscono di fronte a un imprevisto o a un errore? Sono pronti ad ammettere le proprie responsabilità e a lavorare per una soluzione, o tendono a nascondere i problemi e a scaricare le colpe? Queste dinamiche possono essere sondate durante le fasi di selezione, osservando attentamente il comportamento del team durante i workshop conoscitivi o le sessioni di presentazione. Un partner che fa domande pertinenti, che sfida costruttivamente le tue idee e che dimostra un interesse genuino per il tuo business, e non solo per il contratto, è probabilmente un buon candidato. La scelta del partner tecnologico è, in una certa misura, un atto di fiducia. Assicurarsi che questa fiducia sia ben riposta valutando anche gli aspetti umani è un investimento per la serenità e il successo del progetto.

  • Abilità comunicative e trasparenza - Una comunicazione chiara, onesta e proattiva è la linfa vitale di ogni progetto. Il partner ideale non si limita a eseguire le richieste, ma comunica costantemente lo stato di avanzamento, segnala tempestivamente eventuali ostacoli e non ha paura di dire "no" o di proporre alternative migliori se ritiene che una richiesta non sia nell'interesse del progetto. La trasparenza riguarda anche i fallimenti e le difficoltà. Un team che condivide apertamente i problemi e coinvolge il cliente nella ricerca di una soluzione sta costruendo un rapporto di fiducia solido. Durante la selezione, è utile valutare la chiarezza delle loro presentazioni e la loro capacità di spiegare concetti complessi in modo semplice.
  • Approccio proattivo alla risoluzione dei problemi - I problemi e gli imprevisti sono una componente inevitabile di qualsiasi progetto complesso. Ciò che distingue un ottimo partner da uno mediocre è la sua reazione di fronte alle difficoltà. Un partner proattivo non attende che il cliente segnali un problema, ma lo anticipa monitorando costantemente il sistema e analizzando i dati. Quando un problema si verifica, non si limita a correggerlo, ma ne indaga le cause profonde (root cause analysis) per evitare che si ripeta. Questo approccio dimostra un senso di responsabilità e di ownership sul progetto che va oltre il semplice adempimento contrattuale, trasformando il partner in un custode del successo del cliente.
  • Allineamento dei valori aziendali - Questo aspetto può sembrare astratto, ma ha implicazioni molto concrete. Se la tua azienda pone un forte accento sulla sostenibilità, sulla diversità o sull'etica del lavoro, è importante che il partner condivida o almeno rispetti questi valori. Un disallineamento su questioni fondamentali può creare tensioni e minare la relazione nel lungo periodo. È legittimo chiedere al potenziale partner quali sono i loro valori aziendali, come li mettono in pratica e come si riflettono nel loro modo di lavorare e di trattare i propri dipendenti. Un partner che investe nel benessere del proprio team è più propenso a garantire stabilità e continuità al progetto.
  • Flessibilità e capacità di adattamento - Il mondo del business è tutt'altro che statico. Le priorità possono cambiare, possono emergere nuove opportunità o nuovi vincoli che richiedono di modificare la rotta del progetto. Un partner rigido e burocratico, che si trincera dietro il contratto iniziale per ogni minima richiesta di cambiamento, diventerà presto un ostacolo. È fondamentale scegliere un partner che dimostri flessibilità mentale e operativa, che abbracci il cambiamento come un'opportunità piuttosto che come un fastidio e che sia in grado di adattare i propri processi e il proprio team alle nuove esigenze del cliente, lavorando insieme per trovare la soluzione migliore in un contesto in evoluzione.

Il processo di selezione passo dopo passo

Affrontare la selezione di un partner tecnologico senza un processo strutturato è un'impresa rischiosa che spesso porta a decisioni affrettate, basate su impressioni superficiali o sul prezzo più basso, che raramente coincide con il valore più alto. Un approccio metodico, suddiviso in fasi chiare e sequenziali, non solo aumenta drasticamente le probabilità di scegliere il partner giusto, ma rende l'intero processo più efficiente, trasparente e difendibile di fronte al management.

Questo percorso guidato permette di confrontare i candidati su basi omogenee, di approfondire la conoscenza reciproca in modo progressivo e di coinvolgere le persone giuste al momento giusto. Si parte da una rosa ampia di candidati per arrivare, attraverso una serie di filtri e valutazioni sempre più approfondite, alla firma del contratto con il partner che meglio risponde alle esigenze tecniche, strategiche e culturali dell'azienda. Ogni fase ha un obiettivo specifico e produce un output che alimenta la fase successiva, in un imbuto decisionale che porta alla scelta finale. Questo approccio disciplinato richiede un investimento di tempo iniziale, ma ripaga ampiamente nel lungo periodo, riducendo i rischi e ponendo le basi per una collaborazione fruttuosa fin dal primo giorno.

  • Creazione di una Request for Proposal (RFP) - Una volta definiti gli obiettivi interni, il primo passo operativo è la stesura di una Request for Proposal. Questo documento non è un semplice elenco di requisiti tecnici, ma una presentazione completa del progetto. Deve includere il contesto di business, gli obiettivi strategici, i KPI, il perimetro funzionale, i vincoli noti e le aspettative sulla partnership. Una RFP ben scritta permette ai potenziali partner di capire a fondo le tue esigenze e di formulare proposte pertinenti e dettagliate. Inviare la RFP a una longlist di 5-7 candidati, identificati tramite ricerca online, network o analisti di settore, permette di avere una visione ampia del mercato.
  • Sessioni di intervista e workshop conoscitivi - Le risposte scritte alla RFP permettono di creare una shortlist di 2-4 candidati che sembrano più promettenti. Il passo successivo è incontrarli. Queste sessioni non devono essere delle semplici presentazioni commerciali. È fondamentale organizzare dei veri e propri workshop in cui si discute attivamente del progetto. È l'occasione per valutare le loro capacità di ascolto, la loro abilità nel porre domande intelligenti e la loro capacità di ragionare "in diretta" su un problema. Coinvolgere in questa fase i membri chiave del proprio team (tecnici e non) permette di raccogliere feedback diversificati e di osservare la chimica tra i due team.
  • Valutazione di demo o proof of concept (PoC) - Per i progetti più complessi o strategici, chiedere al paio di finalisti di realizzare una piccola demo o un Proof of Concept a pagamento può essere un investimento estremamente utile. Questo esercizio pratico permette di vedere il team all'opera su un problema reale, anche se circoscritto. Si può valutare la qualità del codice prodotto, la velocità di esecuzione, il modo in cui interagiscono con il tuo team e la loro capacità di tradurre i requisiti in una soluzione funzionante. Un PoC riduce drasticamente l'incertezza e fornisce prove concrete su cui basare la decisione finale, andando oltre le slide e le promesse.
  • Coinvolgimento del team interno nella decisione - La scelta del partner tecnologico non dovrebbe mai essere una decisione presa in solitudine da un singolo manager. Il team che dovrà collaborare quotidianamente con il partner deve essere parte integrante del processo decisionale. Raccogliere il loro parere dopo i workshop e le sessioni di PoC è fondamentale. Si sentono a loro agio a lavorare con quel team? La comunicazione è stata fluida? Hanno fiducia nelle loro competenze? Un team interno che si sente coinvolto e ascoltato sarà molto più propenso ad accogliere il nuovo partner e a collaborare attivamente per il successo del progetto, creando un clima positivo fin dall'inizio.

Analizzare il portfolio e le referenze per una scelta consapevole

Dopo aver valutato le proposte, incontrato i team e magari anche visto un prototipo in azione, arriva il momento della verifica, la fase in cui le promesse devono essere supportate da prove concrete. L'analisi del portfolio e la verifica delle referenze sono due attività cruciali che permettono di passare dalle parole ai fatti, offrendo uno spaccato realistico delle capacità, dell'affidabilità e della reputazione di un potenziale partner. Questo passaggio non deve essere trattato come una mera formalità da sbrigare frettolosamente alla fine del processo, ma come un'indagine approfondita che può rivelare informazioni preziose e aiutare a evitare brutte sorprese. Un portfolio ben presentato è certamente un buon biglietto da visita, ma è fondamentale saper leggere tra le righe, capire la reale portata del contributo del partner in ogni progetto e non lasciarsi abbagliare da una grafica accattivante o da nomi di clienti altisonanti. Allo stesso modo, le referenze fornite dal candidato sono, per definizione, clienti soddisfatti. Il vero valore sta nel porre le domande giuste, quelle che vanno oltre un generico "vi siete trovati bene?" e che indagano le dinamiche reali della collaborazione, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Quando si analizza il portfolio, è importante non fermarsi alla superficie. Per ogni progetto presentato, bisogna chiedersi quale fosse esattamente il ruolo del partner. Hanno sviluppato l'intera soluzione da zero o si sono occupati solo di una piccola parte? Quali erano le sfide tecnologiche e di business che hanno dovuto affrontare e come le hanno superate? Un case study di qualità dovrebbe rispondere a queste domande in modo dettagliato, mostrando non solo il risultato finale ma anche il processo che ha portato a quel risultato. È utile cercare progetti che abbiano una complessità o un ambito simile a quello che si intende affidare.

Se possibile, navigare o utilizzare direttamente i prodotti che hanno realizzato fornisce un'idea tangibile della qualità del loro lavoro in termini di user experience e performance. Riguardo alle referenze, il contatto diretto è insostituibile. Preparare una lista di domande specifiche prima della telefonata è essenziale. Si potrebbe chiedere come il partner ha gestito i cambiamenti di requisiti, come ha comunicato ritardi o problemi, qual è stato il livello di proattività e come si è comportato il team a livello di supporto post-lancio. Una domanda particolarmente rivelatrice potrebbe essere "Se doveste rifare il progetto, cosa chiedereste al partner di fare diversamente?". Le risposte a queste domande forniranno una visione tridimensionale e non filtrata che aiuterà a comporre il puzzle finale per una scelta veramente informata.

Comprendere i modelli di prezzo e la gestione del budget

La discussione economica è un momento cardine nel processo di selezione di un partner tecnologico. Tuttavia, focalizzarsi unicamente sul prezzo più basso è uno degli errori più comuni e pericolosi. Un'offerta apparentemente vantaggiosa può nascondere costi imprevisti, una qualità inferiore o una rigidità contrattuale che, a lungo termine, si riveleranno molto più onerosi. Per effettuare una scelta oculata, è necessario andare oltre il semplice numero finale e comprendere a fondo i modelli di prezzo proposti, valutandone l'adeguatezza rispetto alla natura del proprio progetto e alla propria propensione al rischio. I modelli più comuni sono principalmente tre, ognuno con i suoi pro e i suoi contro.

Non esiste un modello migliore in assoluto, ma solo quello più adatto a una specifica esigenza. Comprendere queste differenze è fondamentale per negoziare un accordo equo e per evitare incomprensioni future. Un partner trasparente dovrebbe essere in grado di illustrare chiaramente il proprio modello di pricing e di giustificare i propri costi, fornendo un dettaglio delle attività incluse.

Il modello a prezzo fisso (fixed price) prevede un costo totale definito a priori per un perimetro di lavoro (scope) altrettanto ben definito. Questo approccio offre la massima prevedibilità di spesa, rendendolo attraente per le aziende con budget rigidi. Tuttavia, la sua rigidità è anche il suo più grande limite. Qualsiasi cambiamento o aggiunta richiesta in corso d'opera richiederà una rinegoziazione, spesso complessa e costosa. Questo modello funziona bene solo per progetti piccoli e con requisiti estremamente chiari e stabili fin dall'inizio. Il modello a consumo (time & materials), invece, prevede che il cliente paghi per il tempo effettivo impiegato dal team del partner, sulla base di tariffe orarie o giornaliere. Questo approccio offre la massima flessibilità, permettendo di adattare il progetto in modo agile. Il rischio, però, è che i costi possano sfuggire di mano se il lavoro non è gestito con disciplina.

Richiede una forte fiducia nel partner e meccanismi di controllo e reporting molto efficaci. Un terzo modello, sempre più diffuso, è quello basato su un team dedicato (dedicated team) o su un canone mensile (retainer), dove si acquista una certa capacità produttiva del team del partner per un periodo di tempo definito. Questo modello è ideale per collaborazioni a lungo termine e per progetti in continua evoluzione, poiché garantisce continuità e profonda conoscenza del contesto da parte del team. Oltre al modello di prezzo, è cruciale considerare il costo totale di proprietà (Total Cost of Ownership - TCO), che include non solo lo sviluppo iniziale ma anche i costi di manutenzione, hosting, licenze e supporto futuro.

Aspetti contrattuali e accordi sul livello di servizio (SLA)

La fase contrattuale è il momento in cui la fiducia e le intese verbali costruite durante il processo di selezione vengono formalizzate in un documento legalmente vincolante. Trascurare questa fase o affrontarla con leggerezza è un errore che può avere conseguenze gravissime. Il contratto non è una semplice formalità, ma lo strumento fondamentale che regola i diritti e i doveri di entrambe le parti, definisce il perimetro della collaborazione e, soprattutto, fornisce un meccanismo chiaro per la gestione delle controversie. Un contratto ben scritto protegge l'investimento dell'azienda, mitiga i rischi e pone le basi per una collaborazione trasparente e professionale.

È sempre consigliabile far revisionare il contratto da un legale esperto in materia di proprietà intellettuale e diritto delle nuove tecnologie. Parallelamente al contratto principale, è spesso necessario definire un Accordo sul Livello di Servizio, noto come SLA (Service Level Agreement). Mentre il contratto definisce il "cosa", lo SLA definisce il "come" e con quale livello di qualità, soprattutto per le attività continuative come la manutenzione e il supporto. Uno SLA chiaro e misurabile è essenziale per garantire che le performance del partner siano costantemente allineate alle aspettative.

  • Definizione chiara dello scopo del lavoro (Scope of Work) - Questa è forse la sezione più importante del contratto. Deve descrivere in modo dettagliato e inequivocabile quali sono le attività, i deliverable e gli output che il partner si impegna a fornire. Più lo Scope of Work (SoW) è specifico, minore sarà il rischio di future discussioni su cosa era incluso o escluso dal prezzo concordato. Deve anche definire un processo di change management, ovvero come verranno gestite, valutate e approvate eventuali richieste di modifica o di lavoro aggiuntivo, per evitare che il perimetro del progetto si espanda in modo incontrollato (il cosiddetto "scope creep").
  • Proprietà intellettuale del codice e dei deliverable - Il contratto deve stabilire in modo cristallino chi detiene la proprietà intellettuale (IP) del codice sorgente, della documentazione, della grafica e di tutti gli altri materiali prodotti durante il progetto. La prassi standard per un lavoro su commissione è che la proprietà intellettuale venga trasferita integralmente al cliente una volta completato il pagamento. È importante verificare che non ci siano clausole che limitino l'uso del codice o che leghino l'azienda al partner per future modifiche. Bisogna anche assicurarsi che il partner garantisca di non violare IP di terze parti.
  • Clausole di riservatezza e non divulgazione (NDA) - Durante la collaborazione, il partner avrà accesso a informazioni sensibili e strategiche sul tuo business. È imperativo includere nel contratto una robusta clausola di riservatezza (Non-Disclosure Agreement - NDA) che impedisca al partner e ai suoi dipendenti di divulgare tali informazioni a terzi, sia durante che dopo la fine del rapporto di lavoro. Questa clausola deve definire chiaramente cosa si intende per "informazione confidenziale" e specificare la durata dell'obbligo di riservatezza, che spesso sopravvive alla conclusione del contratto stesso per diversi anni.
  • Termini di pagamento e scadenze - Per evitare qualsiasi ambiguità, il contratto deve specificare nel dettaglio le modalità di pagamento. Questo include l'ammontare totale, la valuta, le scadenze dei pagamenti (ad esempio, a raggiungimento di specifiche milestone o a cadenza mensile), le modalità di fatturazione e i termini di pagamento delle fatture (es. 30 o 60 giorni). Definire questi aspetti in modo chiaro fin dall'inizio previene tensioni e discussioni di natura amministrativa, permettendo a entrambi i team di concentrarsi sugli aspetti operativi del progetto senza distrazioni.
  • Condizioni di recesso e exit strategy - Nessuno inizia una collaborazione pensando che finirà male, ma è un segno di professionalità e prudenza prevedere cosa succede se le cose non dovessero funzionare. Il contratto deve includere delle clausole di recesso che definiscano le condizioni e le modalità con cui una o entrambe le parti possono terminare l'accordo. È altrettanto importante definire una "exit strategy", ovvero le attività che il partner si impegna a svolgere in caso di conclusione del rapporto (come la consegna di tutto il codice, la documentazione e le credenziali di accesso) per garantire una transizione fluida e indolore a un altro fornitore o a un team interno.

FAQ – Domande Frequenti

Qual è la differenza tra un partner tecnologico e un semplice fornitore?

La differenza fondamentale risiede nella natura strategica della relazione. Un fornitore ha un ruolo transazionale, esegue un compito specifico o fornisce un prodotto standardizzato in cambio di un pagamento. La relazione è spesso a breve termine e si concentra sul "cosa" viene consegnato. Un partner tecnologico, invece, si impegna in una relazione a lungo termine e si concentra anche sul "perché" e sul "come". Agisce come un consulente strategico, contribuendo attivamente al raggiungimento degli obiettivi di business del cliente, portando innovazione, proattività e un profondo senso di responsabilità sul risultato finale.

Quanto tempo richiede solitamente il processo di selezione?

La durata del processo di selezione può variare notevolmente in base alla complessità e alla strategicità del progetto. Per iniziative semplici, il processo potrebbe richiedere poche settimane. Per progetti complessi che richiedono una RFP dettagliata, workshop approfonditi e la realizzazione di un Proof of Concept, il processo può estendersi per diversi mesi. È importante non avere fretta. Dedicare il tempo necessario a una valutazione approfondita è un investimento che riduce drasticamente i rischi e aumenta le probabilità di successo della collaborazione, ripagando ampiamente lo sforzo iniziale nel lungo periodo.

È meglio scegliere un partner grande e strutturato o una realtà più piccola e agile?

Non esiste una risposta univoca, poiché entrambe le opzioni hanno vantaggi e svantaggi. Un partner grande e strutturato offre spesso un'ampia gamma di competenze, processi consolidati e maggiore capacità di scalare. Tuttavia, potrebbe essere più burocratico e meno flessibile. Una realtà più piccola e agile può offrire maggiore flessibilità, un contatto più diretto con i decisori e un approccio più personalizzato. D'altra parte, potrebbe avere risorse più limitate e una minore diversificazione delle competenze. La scelta ideale dipende dalla cultura della tua azienda, dalla dimensione del progetto e dal tipo di relazione che desideri instaurare.

Come posso gestire i disaccordi o i problemi durante la collaborazione?

La chiave per gestire i problemi è aver definito a priori un processo di governance chiaro, solitamente all'interno del contratto. Questo dovrebbe includere punti di contatto designati per entrambe le parti e un percorso di escalation definito. Ad esempio, un problema operativo viene prima discusso tra i project manager; se non risolto, passa ai rispettivi direttori. È fondamentale promuovere una cultura della comunicazione aperta, in cui i problemi vengono discussi tempestivamente e costruttivamente, senza cercare colpevoli ma concentrandosi sulle soluzioni. Meeting di revisione periodici aiutano a identificare e risolvere i disaccordi prima che diventino critici.

Qual è il ruolo del mio team interno quando si lavora con un partner esterno?

Il team interno non deve essere un osservatore passivo, ma un partecipante attivo nella collaborazione. Il suo ruolo è cruciale. Innanzitutto, deve agire come "product owner", fornendo al partner una visione chiara dei requisiti e delle priorità dal punto di vista del business e degli utenti. In secondo luogo, deve collaborare quotidianamente con il team del partner, partecipando a meeting, fornendo feedback e testando i deliverable. Questo garantisce che il prodotto finale sia allineato alle aspettative. Infine, il team interno ha il compito di assorbire la conoscenza, facilitando il trasferimento tecnologico per garantire la futura autonomia nella gestione della soluzione.

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Il B2B (business-to-business) moderno richiede connettività fluida e processi automatizzati. In questo scenario, lo sviluppo e l'integrazione di API per …
digitalizzazione imprese B2B
Tuttavia, intraprendere un processo di digitalizzazione non è solo una questione di strumenti, ma richiede una strategia mirata, una visione …
Analisi dati per la trasformazione digitale in azienda
Tuttavia, trasformare un’organizzazione non significa semplicemente introdurre nuove tecnologie o digitalizzare i processi esistenti. Il vero elemento abilitante, capace di …
gestione-magazzino-software-logistica
I software per la logistica stanno rivoluzionando la gestione di magazzini, trasporti e supply chain. Ottimizzano i processi aziendali, riducono …
Applicazioni AI in ambito business
Tra le innovazioni più trasformative degli ultimi anni troviamo l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning (ML), strumenti che stanno …
importanza trasformazione digitale
Le aziende che adottano un approccio orientato all’innovazione digitale riescono a ottimizzare i processi, migliorare l’esperienza del cliente e adattarsi …
progettazione-software-bisogni-aziendali
In un mercato dinamico, le imprese italiane cercano soluzioni su misura per automatizzare flussi di lavoro, integrare sistemi e migliorare …
Come funziona la manutenzione predittiva IoT
Cos’è e come funziona la manutenzione predittiva nei sistemi IoTLa manutenzione predittiva con IoT rappresenta una strategia avanzata che utilizza …
Soluzioni digitali per settore alimentare per ottimizzare la produzione
Le soluzioni digitali per settore alimentare offrono strumenti avanzati per superare questi ostacoli, migliorando l’efficienza e la trasparenza. Tecnologie come …
Soluzioni digitali per settore manifatturiero che ottimizzano la produzione
Le soluzioni digitali per settore manifatturiero comprendono tecnologie come l’automazione, l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale (IA) e l’analisi dei …
Soluzioni digitali per settore chimico per ottimizzazione processi
Importanza della digitalizzazione nel settore chimicoI processi produttivi devono bilanciare efficienza e sicurezza, mentre la pressione per ridurre i costi …
Soluzioni digitali per settore farmaceutico
La digitalizzazione del settore farmaceuticoLa digitalizzazione sta rivoluzionando il settore farmaceutico, offrendo strumenti per affrontare sfide come la conformità normativa, …
Fallimenti nella trasformazione digitale: ecco perché
Negli ultimi anni, la trasformazione digitale è diventata una priorità strategica per aziende, enti pubblici e organizzazioni di ogni settore. …
Chatbot AI per servizio B2B che gestisce assistenza clienti
Come i chatbot AI trasformano il servizio B2BGrazie all’intelligenza artificiale, i chatbot non si limitano a rispondere a domande semplici, …
Intelligenza artificiale per potenziare portali B2B
Ridefinire l'esperienza utente nei portali B2B grazie all'AII tradizionali portali B2B, spesso concepiti come semplici cataloghi digitali statici e poco …
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Le SPA o Single Page Application sono applicazioni web fruibili come singola pagina senza necessità di caricamento per pagine: scopriamone …
Progressive Web App cosa sono SAEP ICT
Le PWA sono un’ottima alternativa alle app e ai siti tradizionali, con diversi vantaggi anche per gli sviluppatori. Scopriamo in …
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Cosa si intende per consulenza informatica?La consulenza informatica consiste nell'offerta di servizi professionali da parte di esperti IT per aiutare …
Che Cos'è l'ICT: Definizione, Applicazioni e Sviluppo
Ti sarà capitato di chiederti cosa significhi ICT - Information and Communication Technologies - acronimo oggi molto diffuso, talvolta abusato, …
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Lo sviluppo di software personalizzato é un approccio molto utilizzato tra le aziende che vogliono ottimizzare i propri processi. A …
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Continuous integration e continuous delivery: cosa sonoInnanzitutto definiamo il concetto di continuous integration o integrazione continua.Un esempio pratico?Quando sviluppiamo un …
Sviluppo in Python - intervista
Ciao Matteo, innanzitutto raccontaci almeno un po’ di te: come sei arrivato in SAEP ICT e che tipo di percorso …
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Offerte e preventivi: i parametri utili per snellire i processiCome ogni commerciale o agente di commercio sa, la creazione dell’offerta …
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Caratteristiche principali di AngularAngular è un framework opensource dedicato allo sviluppo di applicazioni WEB e sviluppato principalmente da Google. Dire …
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Scegliere di sviluppare un catalogo digitale significa in prima battuta rinunciare.A cosa?Ai costi del cartaceo, innanzitutto: costi di stampa, costi …
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Il linguaggio di programmazione Python è confermato da O'Reilly come uno degli argomenti più cercati ed utilizzati sulla propria piattaforma.Ricordiamo …
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Ogni progetto è caratterizzato in maniera univoca dai suoi vincoli. Secondo il concetto di triple constraint la natura sistemica dei …
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Nell’ultimo biennio ed in particolare nell’ultima importante fase di emergenza sanitaria, le esigenze dei clienti B2B hanno virato verso una …
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Il Regolamento Europeo 2016/679, meglio conosciuto come GDPR è un insieme di norme in materia di trattamento dei dati personali …
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Con l’avvento dei nuovi canali di comunicazione nati grazie al Web, le imprese moderne dispongono di diversi strumenti per instaurare …
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Definizione di software houseNel panorama digitale odierno, il termine "software house" viene utilizzato con sempre maggiore frequenza. Tuttavia, non sempre …
Interfaccia Utente
Cos'è l'interfaccia utente nel mondo digitale?L'interfaccia utente (o UI - User interface) nel mondo digitale rappresenta il punto di contatto …
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Cosa si intende per web app?Una web app è un software applicativo che utilizza tecnologie web e a cui è …
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Cos'è la User Experience (UX) e perché è così importante?La User Experience, spesso abbreviata in UX (esperienza Utente), si riferisce …
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Quali caratteristiche deve avere un gestionale per adattarsi perfettamente alle esigenze specifiche di un eCommerce? E soprattutto, quali sono i …
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Cos'è un API Gateway?Il termine API, acronimo di Application Programming Interface, si riferisce a un insieme di definizioni, protocolli e …
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Cosa si intende per progettazione di un software?La progettazione software è il processo di definizione dell'architettura, dei componenti, delle interfacce …
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Ma cosa si intende esattamente per cybersecurity, e perché è così cruciale proteggersi dalle minacce online? In questo articolo approfondiremo …
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Sapere quali fattori influenzano i tempi di sviluppo è essenziale per evitare ritardi e rispettare le scadenze. In questa guida, …
Metodologia Waterfall
Utilizzato prevalentemente nello sviluppo software e in settori tecnici come l’ingegneria, il modello Waterfall divide il processo in una serie …
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A differenza delle soluzioni standardizzate, il software su misura nasce per rispondere in modo preciso e personalizzato alle esigenze operative …
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Questo tipo di tecnologia consente alle imprese di ottimizzare i processi, ridurre gli sprechi e rispondere rapidamente alle richieste dei …
Raccolta requisiti per progetti B2B in azione
Prima di scrivere una sola riga di codice, capire cosa serve al cliente aziendale è essenziale per creare soluzioni che …
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Questo strumento basato su cloud si è imposto come una risorsa indispensabile per designer, software house, sviluppatori e team che …
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Perché passare da Excel a una web applicationLa flessibilità e immediatezza di Excel lo rendono una scelta naturale, soprattutto nelle …
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